Athos e Sophie cani o meglio ca(pita)ni coraggiosi

athos cane coraggiosoSarà anche la capacità di trasformare le storie in fiabe come fosse una specie di palestra dell’impossibile a tenerci stretti e legati al mare, così è stato per quella di Athos il coraggioso pastore corso mascotte della «Jolly Amaranto» la nave italiana della compagnia Ignazio Messina rimasta per giorni in balia di una burrasca al largo delle coste egiziane.
Ma non bisogna andar lontano nel tempo per trovare episodi simili a quanto accaduto ai due americani, in un recente articolo ho raccontato la storia di Nicola Fumai per anni a capo dei sommozzatori del Vigili del Fuoco di Bari il quale nella sua lunga carriera ha ritrovato decine di corpi di annegati, tra cui un sub ancora vivo a Polignano rimasto imprigionato nel sifone di una grotta cieca per 48 ore!
Nella norma viene specificato che le navi devono prima ottenere: «la certificazione da parte del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare dell’avvenuta bonifica, e si può procedere all’affondamento solo nel rispetto di tutti i requisiti di sicurezza ambientale, cioè di pulizia, bonifica e rimozione di tutti i materiali solidi e liquidi che possono essere pericolosi per l’ambiente o per i subacquei».
Quanto ai vantaggi un esempio può essere la piattaforma metanifera dell’Eni al largo di Ravenna (affondata a seguito di una esplosione) che nel tempo si è trasformata in una zona di tutela biologica frequentata da sub (di cui il 70% stranieri) che spendono circa 300.000 euro all’anno solo per le immersioni sul sito senza contare l’indotto e la ricaduta sul territorio.

Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Athos e Sophie cani o meglio ca(pita)ni coraggiosiultima modifica: 2010-12-18T10:44:31+01:00da santuzzo123
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